Perché ho scelto di unire musica e psicologia

A volte penso di essere stata chiamata a fare musica e psicologia perché le iniziali del mio nome lo dichiarano da sempre: Manuela ha la “m” di musica e Padoan la “p” di psicologia. Ci sono voluti anni di formazione e studio per mettere insieme questo destino e oggi sono convinta che musica e psicologia, insieme, siano uno strumento fortissimo per imparare a stare bene. Piano piano ho lasciato che la musica aiutasse l’essere umano nel suo percorso di evoluzione cura e benessere e ho permesso alla psicologia, attraverso la musica e le canzoni che poi porto nel palco, di parlare a tutti, abbandonando l’idea che lo psicologo sia solo chiuso nel suo studio a curare i suoi pazienti.

Ho pensato a tre motivi per cui ho scelto di unire musica e psicologia nella vita e nel lavoro.

Mi ha fatto stare tanto bene e mi sento a casa.

Cantare e scrivere canzoni per me è stato profondamente terapeutico. A volte le canzoni mi hanno rivelato cose ancora prima che io potessi del tutto comprenderli e decifrarli e spessissimo mi è capitato di cogliere il significato di alcune canzoni dopo anni, offrendo significati e interpretazioni differenti. Per questo quando sono nella stanza di seduta o di un colloquio, unendo la forza e la gentilezza della parola, del canto, del suono e della musica, io mi sento a casa perché prima di tutto fanno bene a me. Per aiutare gli altri a stare bene, devo stare prima bene io, e non potrei essere senza la musica e un pianoforte nel mio studio, mi mancherebbe una parte di me. Per la stessa ragione usare la voce e la canzone, integrandole in un dialogo o un percorso anche complesso, mi permette di avvicinarmi a quel sentirmi a casa che io vivo e che gli altri sentono. Fare un lavoro che ci fa sentire bene e nel posto giusto, come capita a me unendo musica e psicologia, permette di toccare l’altro nelle corde più vere e profonde.

Integrare lo strumento vocale, creativo e non verbale in un percorso terapeutico lo trovo uno tra i più potenti che possa esistere.

La voce e il canto parlano del nostro sé e del nostro profondo, ci permettono di entrare in contatto con noi stessi e con la nostra anima, ci mettono a nudo. Ecco perché fa anche così tanta paura a volte cantare. La voce nel canto non mente e le nostre difese nel canto si sentono tutte. Io come terapeuta non sempre faccio cantare o scrivere canzoni alle persone che vengono in terapia, non sempre è possibile, se una persona non vuole non si può forzare. È uno strumento che uso e che dà possibilità diverse rispetto ad un convenzionale colloquio, ma lo si usa quando ci si sente pronti. Lo propongo certo perché ci credo tanto e ho visto cambiamenti enormi, ma non si deve a tutti i costi. Questo ci tengo a dirlo perché le persone spesso spaventate mi dicono “io non so cantare”. E va bene così, non si deve saper cantare, come non si deve saper dire cose “corrette” quando si va ad un colloquio psicologico. Non c’è giusto o sbagliato. Ognuno porta sé e la sua realtà, la sua verità così com’è. Insieme si vedono strade diverse, possibili e percorribili per poter stare meglio. Perché sopravvivere quando si può vivere e bene?

La voce e il canto sono il miglior canale per integrare mente e corpo.

Spesso si dicono cose ma non si vivono, non si sentono, non si incarnano. Quando si integra attraverso lo strumento vocale una dichiarazione e un pensiero pensato inizialmente a livello psichico non serve un professionista a farti notare che qualcosa stride tra verbale e non verbale, ma è la tua stessa voce a segnalartelo. C’è quindi una autoconsapevolezza che arriva fortissimo a livello corporeo, fisico, integrato, interno. Se c’è distacco tra quando si dice a livello verbale e quanto si pensa e si sente a livello profondo sarà la nostra voce a parlare. Tanto più sono integrati i due livelli, tanto più la voce sarà toccate e vibrante. È molto difficile scriverne e parlarne senza provarlo. Il rischio è che passi qualcosa di “magico” e il che è vero perché credo sia profondamente magico vivere la semplicità e la concretezza di quanto il nostro corpo sia chiaro a noi se lo ascoltiamo.

La voce ci permette di togliere quel velo che talvolta ci chiude e non ci permette di farci conoscere per ciò che davvero siamo al mondo. E non parlo di quella protezione necessaria alla nostra tutela e al nostro confine. Parlo di semplicità e genuina senza sovrastrutture che tanto ci bloccano e ci imprigionano in quelle idee lontane da noi, dalla nostra natura e dal nostro corpo.

Venite a trovarmi, provare è più semplice 🙂

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