Giuseppe, canzone per l’autismo

Con la mia musica cerco di dare voce a quello in cui credo e alle esperienze che vivo. Nelle mie parole ci sono il rispetto di sé e degli altri, le cose semplici, l’amore e la gentilezza, la vicinanza e l’aiuto reciproco. Ci sono le persone che mi sono vicine e quelle che incontro, come donna e come musicoterapeuta. Giuseppe, che dà il titolo al mio ultimo singolo, è una di queste persone ed esiste davvero: un ragazzo speciale che ho incontrato durante la mia formazione musicoterapeutica.

Giuseppe è un ragazzo autistico che ho conosciuto l’anno in cui mi stavo per diplomare in Musicoterapia, alla fine del mio tirocinio. Proprio in quel periodo una tra le mie più care amiche stava molto male, in bilico tra la vita e la morte. Giuseppe non parlava, scriveva solo, e durante una seduta, mi ha fatto sentire la sua vicinanza, di pancia. Aveva sentito che stavo male e, a modo suo, mi ha fatto sentire di essere lì. Ho provato una sensazione di profonda gratitudine. Da questo primo incontro ho cominciato a raccogliere le esperienze nel lavoro con i ragazzi autistici di OutIsMore o con la Sindrome di Asperger, e così è nata questa canzone. La primissima volta che ho cantato Giuseppe è stato proprio in occasione di un concerto organizzato dall’associazione Aba per l’autismo.

Nei mesi la canzone piano piano ha cominciato a prendere una forma definitiva con diversi arrangiamenti. Ma sentivo che mancava qualcosa: mancavano le voci dei ragazzi. Così ho deciso di invitarli in studio di registrazione e lì, uno alla volta, hanno cantato. C’era un ragazzo che parlava pochissimo, ma spinto dalla musica è riuscito a cantare il ritornello e a dire tutta la frase. L’entusiasmo di essere in uno studio, sentire la propria voce in cuffia, ha spinto i ragazzi a fare dei passi importanti.

Il video doveva uscire l’anno scorso, ma il Covid ha bloccato tutto. Non ci siamo scoraggiati e quest’anno ci abbiamo riprovato: muniti tutti di mascherine e in tutta sicurezza abbiamo diviso i gruppi in due serate, allestito lo studio Imaze con i palloncini blu (colore dell’autismo) e coinvolto un insegnante di teatro. Alcuni ragazzi hanno cantato, altri suonato e altri ci hanno aiutato con la scenografia guidati da Mauro Giordani.

Il videoclip lo abbiamo pubblicato il 2 aprile, la Giornata Nazionale della Consapevolezza sull’Autismo. Alzate il volume.

Qui mi immagino quando tornerò. Perché sì, il Mal d’Africa esiste.

Noi stiamo bene così

Una riflessione per Occidentali che pensiamo di andare da loro per aiutarli, ma non sappiamo che loro stanno bene così. La povertà e la semplicità della foresta è un vivere bene, nelle grandi città c’è il degrado, fuori nella natura no. Hanno i loro rituali e i loro modi, che li fanno stare bene.

Tutti i ritmi creati per l’EP li abbiamo creati a partire da alcuni suoni che abbiamo registrato in Madagascar: la cicala, il remo che batteva sulla piroga e dentro l’acqua, i cori della chiesa durante una messa, il rumore dell’Oceano, il vento, la pioggia. Abbiamo preso tutti i suoni e siamo partiti da qui. Suoni semplici come il messaggio che il Madagascar mi ha regalato e insegnato: fai quello che puoi con gli strumenti che hai.

Madagascar è su Spotify, gli store digitali e in distribuzione da Maieutica Dischi.

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