CHE DUE PANETTONI! Il mio inno al Natale vero

A Natale ognuno ha le sue tradizioni. La mia sta diventando quella di lanciare un nuovo singolo. Se l’anno scorso sotto l’albero ho messo Ninna nanna nonna, ninna nanna nonno , quest’anno vi porto in dono “Che due panettoni!”.

Parto con una confessione: questo singolo natalizio è nato il giorno di Pasquetta. Arrivavo da un Natale difficile e quella sensazione me la sono trascinata per molte settimane. Mi sentivo sola. Ero sola. Io in quei giorni di festa, quando tutti vogliono essere felici, quando i problemi si rimandano a gennaio, quando si fa finta di niente perché a Natale siamo tutti più buoni, non mi sentivo proprio bene. Posso dirlo senza filtri? Avevo una gran voglia di mandare a xxxculo tutto e tutti. E quando l’ho cantato forte e chiaro è successa la magia: mi sentivo meglio. Nell’ammettere che stavo da schifo e gridando forte la mia rabbia, stavo bene. Per questo ho deciso di regalarvi una canzone che non parla come si dovrebbe parlare a Natale, una canzone senza cuori e lucine, una canzone che invita tutti a vivere il Natale per stare insieme agli altri davvero. Condividendo tristezze, problemi e paure. Se seguite il consiglio, sarà il Natale più liberatorio e bello di sempre.

Ora vi lascio il video (regia di Mauro Giordani e Riccardo Fochesato di IMAZE) dove ci sono io di notte, nella mia città, con quella sensazione di solitudine che ora ho deciso di urlare forte a tutti. Questa canzone mi ha insegnato a riderci sopra, mi diverto ogni volta che la canto. E un grazie enorme a Luca Sanmartin, fonico e produttore, che mi ha aiutato con l’arrangiamento.
Abbiamo reso “Che due panettoni” una canzone regale, quasi un inno, per tutte le persone che vogliono vivere un Natale vero.

Una riflessione per Occidentali che pensiamo di andare da loro per aiutarli, ma non sappiamo che loro stanno bene così. La povertà e la semplicità della foresta è un vivere bene, nelle grandi città c’è il degrado, fuori nella natura no. Hanno i loro rituali e i loro modi, che li fanno stare bene.

Tutti i ritmi creati per l’EP li abbiamo creati a partire da alcuni suoni che abbiamo registrato in Madagascar: la cicala, il remo che batteva sulla piroga e dentro l’acqua, i cori della chiesa durante una messa, il rumore dell’Oceano, il vento, la pioggia. Abbiamo preso tutti i suoni e siamo partiti da qui. Suoni semplici come il messaggio che il Madagascar mi ha regalato e insegnato: fai quello che puoi con gli strumenti che hai.

Madagascar è su Spotify, gli store digitali e in distribuzione da Maieutica Dischi.

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